INDIETRO

News, notizie ed approfondimenti           

Qualità agricola e remunerazione dell'agricoltore

La qualità del prodotto agricolo può migliorare grazie alla produzione locale



10 settembre 2016 - Roma

In tempi passati, quando ancora le madri insegnavano ai figli adolescenti i proverbi e i detti popolari che erano alla base del sapere e dell’avvedutezza di ognuno, dovute alle esperienze ed alle sagge osservazioni di chi li aveva preceduti, si diceva: “Chi più spende, meno spende”.
Questo per indicare che per risparmiare veramente bisognava investire sulla qualità di ciò che si acquistava non sul prezzo! Solo a parità di condizioni si poteva giustificare una scelta basata sul costo del prodotto. Si acquistava di meno (anche perché le cose di qualità durano di più), e solo quando era strettamente necessario. Ma quando infine  si doveva acquistare qualcosa, si cercava sempre la bontà del prodotto e non la quantità.
Le aziende per vendere dovevano investire nella qualità di ciò che producevano. Quando la qualità del prodotto realizzato era soddisfacente, le vendite facevano aumentare la produzione aziendale che poteva così innescare un sano processo di scalabilità del prodotto, con conseguente e ragionevole riduzione del prezzo del bene.
Questo sano comportamento culturale basato sulla qualità, ha contribuito non poco a creare il mito del “Made in Italy”, cioè qell’eccellenza della nostra industria manifatturiera, che un po' in tutto il mondo apprezzano.
Oggi invece sempre meno persone prestano attenzione all'alto valore aggiunto determinato dalla qualità del prodotto, mostrando sempre più interesse per un illusorio "risparmio".
Anche le cose che costano poco possono innescare un processo di scalabilità, spesso però non come conseguenza delle vendite, ma come obiettivo. Cioè produrre tanto in scala industriale sostituendo con surrogati gli ingredienti di qualità di un prodotto, per abbassarne i costi di produzione e di conseguenza il prezzo di vendita. Tale "risparmio" diventerà il motivo della preferenza del prodotto rispetto, per esempio, a quello della concorrenza!
Ciò si verifica durante le crisi economiche, ma può essere indotto anche da una modificazione dei valori sociali, quando per esempio per ragioni politiche, quindi non solo economiche, i consumatori avvertono un clima di incertezza per il futuro che li spinge a risparmiare anche sugli acquisti di generi alimentari. Questo porta a tutta una serie di eventi negativi correlati, che possono coinvolgere anche la salute del consumatore.

"La qualità è anche  un prodotto agricolo a km 0"



Il trattore Bisogna pertanto riportare l’attenzione alla qualità del prodotto. E questo in agricoltura significa, ridurre lo sfruttamento del suolo dovuto dalla coltivazione intensiva, incentivare la produzione locale e aumentare i controlli sulla qualità. La riduzione della filiera può aiutare ad aumentare la remunerazione dell'agricoltore che potrà  vendere ad un prezzo di più giusto merci di qualità superiore sia dal punto di vista nutrizionale che organolettico.
Le caratteristiche nutritive ed il sapore di un prodotto agricolo, come gli ortaggi, la frutta e la verdura cominciano a deperire un momento dopo la raccolta per perderli quasi completamente nel giro di un paio di giorni. Pensate a quanto, perciò, sia importante una produzione agricola vicino casa propria, che nello stesso giorno può riuscire a offrirvi prodotti di stagione a poche ore dalla raccolta. Questo porta indubbi vantaggi anche dal punto di vista sanitario, riducendo il numero di manipolazioni dei vegetali

Il problema della giusta remunerazione dell’agricoltore italiano


Il grande problema che attenta alla possibilità di ritornare ad una agricoltura locale e salutare di una volta é la mancata remunerazione dell’impresa agricola e dei suoi lavoratori che vedono pagarsi poche centesimi di euro, quello che poi viene rivenduto rincarato da 400 a 600 volte di più sui banconi dei negozi.
Pensate che un coltivatore di pesche nettarine deve vendere cinque chili di pesche prima di riuscire a ripagarsi di un caffè preso al bar. E’ un problema di filiera lunga, ma non solo. Si tratta anche di speculazioni e opportunità presentate dal mercato globale, dove merce poco costosa e provenienti dagli stati più poveri del mondo interferiscono con il mercato nazionale.
Del mancato guadagno dell'agricoltore è complice anche la mutazione delle condizioni meteorologiche. Queste spesso distruggono le coltivazioni con siccità, grandine ed altro maltempo. A volte invece condizioni meteorologiche "favorevoli" permettono la maturazione di diversi prodotti contemporaneamente e non assorbibili dal mercato così rapidamente. Per via della globalizzazione poi capita spesso che per l'agricoltore non risulti conveniente nemmeno la raccolta di vari prodotti agricoli, richiesti dalla grande distribuzione a prezzi inferiori ai costi di produzione, fatto dovuto alla concorrenza sleale di una immensa globalizzazione dei mercati ortofrutticoli. Per questo le produzioni locali si riducono sempre di più e pertanto anche la possibilità di acquistare prodotti più sani, al giusto grado di maturazione, con un buon contenuto di vitamine e tanto gusto.
Colpa della globalizzazione?, della grande distribuzione? Forse si, ma la tendenza ormai consolidata dell’orientamento al risparmio delle famiglie italiane, ci mette su un bel “carico da novanta”
Risparmiare si, ma con giudizio, senza rinunciare alla qualità ed ad un giusto sistema ecosolidare per i nostri produttori agricoli.

(di Mauro Gaudino © - copyright 2016)

 
Vota questo articolo!
  invia

 

 Privacy | 2014 by Mauro Gaudino tutti i diritti riservati |last modified 2015/09/16 11:00